#500perlacultura: al via le prove preselettive

Post di Valentina Calò

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Il 30 giugno scorso sono scaduti i termini per le iscrizioni al concorso indetto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per l’assunzione di 500 funzionari a tempo indeterminato. Dopo un’attesa durata quasi nove anni, è stato dato il via al processo di selezione che porterà all’inquadramento, nella III area del personale non dirigenziale, posizione economica F1, di 500 nuovi professionisti tra antropologi, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, esperti di promozione e comunicazione, restauratori e storici dell’arte, distribuiti sul territorio nazionale.

“E’ il segno del cambiamento di questo Governo – ha prontamente dichiarato il ministro Dario Franceschini – che dopo anni di tagli e sacrifici ha aumentato del 36% il bilancio della cultura e ora alle nuove risorse economiche aggiunge quelle umane necessarie alla migliore tutela e valorizzazione del patrimonio”.

Di diverso parere gli aspiranti candidati, per nulla soddisfatti di quello che, fin da subito, è apparso agli occhi dei più come un concorso oltremodo esclusivo, frutto di una conoscenza approssimativa della realtà – formativa e professionale – di quanti operano nel campo dei beni culturali. Molte perplessità e non poche polemiche hanno, infatti, popolato la rete all’indomani della pubblicazione, avvenuta il 24 maggio, dei singoli bandi per i diversi profili professionali messi a concorso. I requisiti estremamente selettivi, i criteri di valutazione dei titoli dei candidati in fase di selezione, la disparità nella distribuzione, geografica e per profilo professionale, dei posti previsti dai provvedimenti sono solo alcune delle criticità ravvisate, che hanno alimentato il dibattito intorno al tema dell’accesso alle professioni dei beni culturali. Tema di cui, più di altri, si è fatto portavoce il “piccolo gruppo di archeologi, archivisti, bibliotecari, antropologi, esperti di diagnostica applicata ai beni culturali, storici dell’arte” del blog Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, già da tempo impegnato, attraverso la promozione di una campagna di sensibilizzazione, alla valorizzazione e riqualificazione dei titoli di studio del settore.

Altrettanto sconfortanti le notizie sul fronte bibliotecario, dove la pubblicazione del bando MiBACT, che riserva solo il 5% dei posti ai bibliotecari, è stata immediatamente seguita da un’ondata di dimissioni, passate quasi completamente sotto silenzio, dagli organi consultivi del Ministero. Nella giornata del 27 maggio il Prof. Giovanni Solimine, ordinario della Sapienza, ha rassegnato le proprie dimissioni dal Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici e, il giorno stesso, anche Mauro Guerrini, ordinario di biblioteconomia a Firenze, Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca nazionale di Firenze, Paolo Matthiae, archeologo, accademico e orientalista e Gino Roncaglia, docente all’Università della Tuscia, si sono dimessi dal Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali.

L’esiguo numero di posti riservati al profilo di bibliotecario – 25 a fronte dei 500 totali – non è il solo motivo di malcontento: alla base ci sarebbe, secondo quanto dichiarato dallo stesso Solimine, una scarsa incisività degli organi consultivi del Ministero, e dunque una sostanziale inutilità della permanenza di esperti del settore delle biblioteche all’interno degli stessi, ai quali “spesso non viene data l’occasione per esprimersi sulle scelte di fondo e sulle principali questioni che nel recente passato hanno toccato il settore delle biblioteche”. Quella auspicata dallo studioso è “un’analisi attenta del fabbisogno reale e, più in generale, una riflessione di più ampio respiro sul ruolo delle biblioteche statali e sulle prospettive del sistema bibliotecario italiano”. Per Solimine, infatti, “non è solo questione di soldi e di personale: nell’azione del Ministero non si intravede alcun disegno per il nostro settore. Risulta ormai ineludibile – forse proprio per le attese che il Ministro Franceschini ha suscitato da quando è al vertice del Ministero – una visione organica del ruolo delle biblioteche all’interno delle politiche culturali, per la formazione, la ricerca e l’accesso alla conoscenza”. (Qui l’articolo pubblicato su “Biblioteche Oggi” di luglio-agosto in cui Giovanni Solimine spiega le ragioni delle sue dimissioni)

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Pienamente convinti che quella indicata dal Prof. Solimine sia l’unica strada realmente percorribile e certi che un incremento delle risorse a disposizione dei luoghi della cultura debba essere parte di un progetto di più ampio respiro, ci auguriamo che questa vicenda, con tutte le sue contraddizioni, possa rappresentare l’inizio di una fase di generale ripensamento del ruolo degli istituti culturali – e delle biblioteche nello specifico – del nostro Paese.

Domani, giovedì 4 agosto si svolgerà la prova preselettiva per tutti i candidati iscritti al profilo di Funzionario bibliotecario. Cogliamo l’occasione per fare un in bocca al lupo a quanti parteciperanno, sperando che i ranghi dell’amministrazione bibliotecaria possano essere nutriti da professionisti capaci e competenti.

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